Mayr e gli Illuminati

di Carlo Vitali

File:Mayr, Simon - Italian composer.jpg

Francesco Bellotto: E non posso evitare un intervento, stuzzicato dal N. 22 della deliziosa saga. Anzi, approfitto per ringraziare per i dottissimi post tuoi, di Carlo Vitali e Mario Bracca (e Artifex). Pensavo si sarebbero astenuti dal rispolverare le loro teorie alla Dan Brown su Mayr. Ricordo dunque due faccenduole, che circa 15 anni fa avevano rivelato la solidità del loro metodo. 1) Bianchini e Trombetta hanno scambiato il Verter di Pucitta per un Verter (mai composto) di Mayr. Dopo lo sfondone hanno costruito teorie fantastoriche per camuffare il banale errore. 2) a seguito della pubblicazione del loro libro su Mayr, volendo ristabilire un po’ di verità storica, ho studiato le relazioni fra Mayr e massoneria. Allego il link al saggio, ormai vecchiotto, e al quale mi sembra che Carlo Vitali potrebbe aggiungere contributi bibliografici che allora non conoscevo. Beh: già allora era evidentissimo che Mayr era sicuramente massone, ma NON Illuminato di Baviera. V. a p. 174 del saggio che allego: B&T sostengono che con la presa di potere del gove

 

rno asburgico si potè così «colonizzare la mollezza dei paesi del mezzogiorno con la purezza della razza nordica» (in B&T, Goethe, Mozart e i fratelli illuminati, p. 390). Ma in

 

 realtà NON esistono fonti d’epoca che attestino la presenza di Mayr negli elenchi degli illuminati. Anzi, se devo dirla intera, Mayr, a cominciare dal cambiamento del nome proprio, italianizzato in Giovanni Simone, volle sempre essere noverato come autore fra gli operisti italiani… 

Allego il link al saggio, ormai vecchiotto, e al quale mi sembra che Carlo Vitali potrebbe aggiungere contributi bibliografici che allora non conoscevo.

LINK 

Carlo Vitali risponde:

Caro Bellotto,

il Suo saggio, che già avevo consultato di sfuggita anni fa, fornisce indizi “gravi, precisi e concordanti” (cpp. art. 192 c. 2) in ordine al fatto che Mayr approfittò della nomina a maestro di cappella in Bergamo (1802) per pigliare le distanze dall’ingombrante tutela dell’Illuminato barone Thomas Franz de Bassus. Non già, come vaneggiano i Sondriesi, per attuare da “entrista” (vecchio gergo del Komintern) il programma massimo degl’Illuminati: minare religione, famiglia e proprietà privata. In che modo poi? Scrivendo oratori e Messe…

Come argomentano B&T la diabolica doppiezza di Mayr? Così: “Il Sisara di Giuseppe Maria Foppa e di Johann Simon Mayr, rappresentato a Venezia al Conservatorio di San Lazzaro dei Mendicanti nel 1793, è apparentemente un Oratorio o azione sacra, ma stravolge il senso biblico. Intanto si intitola Sisara e non Debora, perché esalta il personaggio cananeo Sisara, vincitore morale […]”

Bufale spaziali. Nel libretto latino (che loro hanno pubblicato, ma forse non letto) Sisara è presentato fin dalla prima scena come un miles gloriosus, un perdente che sa solo imprecare alla sfortuna e si lascia ingannare da una donna. Se per farne un eroe positivo basta dargli il title role, allora erano Illuminati anche i preti-compositori Maurizio Cazzati (1667) e Luigi Conti (1710), nonché il poeta cesareo Apostolo Zeno (1719). Ci mostrino B&T in che modo quelle trattazioni del medesimo soggetto biblico differiscano ad esempio dalla Debbora [sic] prophetissa di Galuppi, Venezia 1772. Non possono farlo. Cambiamenti di title role erano frequenti nell’antico repertorio operistico e oratoriale; si pensi all’oscillazione Tamerlano/Bajazet per lo stesso libretto di Piovene musicato da Gasparini, Händel, Vivaldi ecc. Lo scopo era chiaramente di marketing.

Tornando agli Illuminati, secondo B&T: “Goethe era affiliato col nome di Abaris, Mayr con quello di Aristotele”. Per Goethe esiste il riscontro, per Mayr no. Non per QUEL Mayr, ma per altri quattro sì: due preti, un ciambellano e un medico. Il nome segreto “Aristoteles” ricorre pure nelle liste, ma è associato a un monaco benedettino di Eichstätt. Come faccio a saperlo? Lo chiedano alla loro fonte, l’ufologo canadese Terry Melanson. Io ho la mia, ma è tedesca e a loro non piace.

E per Mayr trovo esilarante il certificato di buona condotta rilasciatogli verso il 1830 dal barone-poliziotto Torresani Lanzenfeld, bestia nera per i liberali del Lombardo-Veneto: “aurea persona che, se appartenne a quella L.[oggia], non si mescolò mai in politici intrighi […]” (Bellotto, p. 181).

Oltre a quello consiglierei – non a Lei, che non ne avrà bisogno – due recentissimi contributi di Dorothea Hoffman e Fabrizio Capitanio in Mayr e la didattica della musica, Bergamo, Fondazione Donizetti, 2016. Entrambi, come aveva fatto anche Lei, non prendono molto sul serio le pretese rivelazioni di B&T nel loro saggio del 2001. Ed entrambi, come Lei, sottolineano la differenza fra le logge della Massoneria mainstream e la setta deviata degl’Illuminati, quell’antica P2. Come pure che avere un Illuminato per amico o mecenate (stesso caso di Mozart con Ignaz von Born) non significa automaticamente essere adepti alla setta. La proprietà transitiva, come la chiama Lei, potrà valere in matematica; non altrettanto nei rapporti umani, per loro natura asimmetrici, fra un potente e un artista.

Resta da capire come a suo tempo studiosi eminenti quali Alberto Basso e Quirino Principe abbiano avallato, rispettivamente con una breve prefazione e una recensione sul “Sole 24 ore”, i teoremi misteriosofici dei signori B&T, ivi compresa la bufalona del Verter. Tuttavia chi abbia praticato i suddetti generi letterari sa bene come limiti di tempo e di spazio non consentano sempre di approfondire l’analisi dei contenuti al di là di una fugace valutazione impressionistica.