“In fictional narration, verisimilitude is absolutely essential” (H.P. Lovecraft)

Caro Feraspe,

il signore e dottore Agostino Taboga sembra aver consumato tutta l’estate nello sforzo di rispondere trionfalmente ad una serie di puntuali contestazioni che nei mesi precedenti gli erano state rivolte su questo e altri siti da nostri comuni amici e/o co-accademici. In un precedente messaggio l’amico Carlo Vitali, alias il Gazzettante, era stato esplicito nel considerare chiusa la discussione col sullodato individuo rivolgendogli il pio invito “vada a farsi benedire”. Ma è evidente che personaggi del genere, al pari di questuanti o corteggiatori importuni, non si appagano di ricevere un secondo o un terzo rifiuto; anzi insistono vieppiù nel tentativo di estorcere qualche spicciolo di soddisfazione dall’oggetto del loro non corrisposto amore.

Detta in soldoni, o piuttosto in soldini: battuto sul piano della tecnica filologica, dell’analisi musicale, della cultura materiale e della storiografia (esilarante la sua teoria sulle penne d’oro dei copisti settecenteschi, non meno del suo tentativo di accreditare un thriller vecchio di vent’anni come “prova” delle fantasticherie di suo padre e altri attuali compagni di merende circa la cosiddetta morte violenta di Mozart), ora la butta in psicologia. L’intertesto della sua lunghissima tirata, volta a dividere i suoi critici in due schiere, “gli educati” e “gl’ineducati”, è troppo evidente sin dall’attacco:

Signor C. Vitali,

dopo diverso tempo rispondo a un [sic] dei suoi interventi a me dedicati nei quali, palesemente, lei persegue un unico obiettivo, quello di ridicolizzare, attraverso citazioni spezzettate, omissioni di particolari, distorsione di significati, in sostanza, attraverso un montaggio strumentale, le mie ricerche, ovvero, quelle che, pur con i miei limiti e errori, cerco di portare avanti con passione tra mille difficoltà.

Ma più avanti, con singolare ambivalenza da innamorato respinto:

[…] il mio approccio codicologico mi sta dando grandi soddisfazioni, grazie ai riconoscimenti avuti da insigni studiosi e musicologi in Austria – Università di Vienna – Italia –studiosi che neanche si immagina, Signor Vitali – e Stati Uniti – Università americane) [Quali? Li nomini, ndr], aggiungerei alcuni spunti importantissimi che il suo lodevole lavoro ha evidenziato. Vorrei precisare che pur non nutrendo alcuna simpatia per i modi usati da lei, faccio tesoro dei suoi studi e li valuto per quello che mi possono servire e, devo dire, mi sono serviti moltissimo.

Come si permette il signor A.T. di psicoanalizzare gli altri, esercizio abusivo e violento che è ben peggio della satira? Sui reali obiettivi del nostro co-accademico Vitali, il quale spregia le lodi provenienti da siffatta fonte e mi ha ribadito di non voler recedere dalla propria decisione, egli non sa nulla; lo stesso vale per altri critici della di lui “passione”: tu stesso, o Feraspe, poi i nostri amici Michele Girardi, Artifex, Neutral Reader e tanti altri i cui nomi ognuno potrà facilmente ricavare da una ricerca su Google (parole chiave: “Taboga” e “bufala”).

Che il suo pensiero sia stato ridicolizzato “attraverso un montaggio strumentale” è formale calunnia. Basta risalire alle fonti originali, e non all’antologia da lui ricavata ad hoc, per rendersi conto di come questo Ercolino-sempre-in-piedi non presenti tesi né ipotesi in senso scientifico. Solo wishful thinking che taglia e ricuce a mo’ di inveterato bricoleur man mano che noi andiamo a frantumarne i pezzi. La sua è una sgangherata baracca continuamente puntellata pescando fra il vero, il verosimile e l’inventato (chi ha letto Vladimir Volkoff sa che cosa intendo dire).

Volendo rendergli pan per focaccia, ci permettiamo qui di formulare un’ipotesi: suo scopo, al di là di ciò che sostiene coram populo, è ridare dignità alla memoria del padre, il docente di matematica Giorgio, che inaugurò senza base alcuna il filone revisionista su Mozart venendo ignorato, quando non duramente demolito, dalla quasi totalità degli studiosi accreditati. Non lo consideriamo un interlocutore qualificato sul piano scientifico: è solo un influencer di basso profilo che tramite il vittimismo, la millanteria, il processo alle intenzioni dei suoi critici e una narrativa tutta distorta degli scontri pregressi, si sforza di persuadere l’ignaro lettore di essere uscito vincente dal confronto, mentre invece ha incassato un sacco di legnate su tutta la linea. Ricorda quel pugile suonato che si vantava con gli amici al bar: “Me ne hanno date, ma ne ho anche prese”. Questa di pretendere toni cortesi, non distinguendo alla maniera dei relativisti postmoderni fra il doveroso rispetto alla persona umana e quello alle sue arbitrarie ideazioni, è un’infantile manifestazione di arroganza. Egli stesso ha dissipato, per unanime giudizio di coloro che scrivono su queste pagine, il diritto a venir preso sul serio; e ciò a prescindere dai toni più o meno melliflui degl’interlocutori. Che rispetto merita un calunniatore? Semmai umana pietà per il suo Edipo irrisolto.

Bufalografia

https://andrealuchesi.it/in-risposta-al-signor-c-vitali-aristarco-scannabufale-alias-il-gazzettante-accademico-della-bufala/fbclid=IwAR2wHW1dox3nmtPRUpkLByVK8s8i2jKaN9gN0FX2GguADrrApyrev5quQ_M