Questo concerto non s’ha da fare

Mozart e Dante espulsi dalla Basilica di Santa Croce

di Carlo Vitali

Ha proprio ragione papa Francesco: il clericalismo è un cancro che rode la Chiesa dall’interno. Apprendiamo oggi da notizie di stampa che la basilica fiorentina di Santa Croce non ospiterà il prossimo 5 dicembre il tradizionale concerto commemorativo della morte di Mozart, che da otto anni si ripete con una media di 1500 spettatori a ingresso libero (qui sotto il programma già pubblicizzato su tutti i muri della città). Autore dello sfratto: il padre guardiano Paolo Bocci.
Motivo: “Mozart era massone”; quindi Ave verum Corpus e Requiem sono musica scomunicata che non si può eseguire in chiesa. Sotto le forbici del novello Savonarola è caduto anche monsignor Marco Frisina, direttore della Cappella musicale Lateranense. La sua opera (o sacro musical) del 2007 La Divina Commedia, prima trasposizione moderna del capolavoro dantesco, per lui non sarebbe abbastanza “divina”; e del resto se la teologia del sommo Poeta pare ineccepibile qualche frecciatina al clericalismo non manca davvero nei suoi versi. “Sei tu già costì ritto, Bonifazio?” ed altro ancora.

Col che si conferma che a certi ecclesiastici fa difetto non solo la cultura teologica, ma anche quella artistica, e magari la cultura tout court.

Vostra Santità papa Francesco, Vostra Eminenza Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Vostra Paternità Guido Fineschi, Ministro Provinciale di Toscana per l’ordine dei Frati Minori: vi domandiamo con la massima riverenza: non avete nulla da dichiarare?

Omaggio a Mozart nella ricorrenza della morte – edizione 2019 con l’Orchestra da Camera Fiorentina e il Coro Harmonia Cantata
Direttore Giuseppe Lanzetta – Maestro del Coro Raffaele Puccianti
Programma
W.A. Mozart Ave Verum Corpus per Coro e Archi KV 618
W.A. Mozart Requiem per Soli Coro e Orchestra in Re minore KV 626
Per l’ottavo anno consecutivo si rinnova l’appuntamento con l’”Omaggio a Mozart” dell’Orchestra da Camera Fiorentina e del Coro Harmonia Cantata. La direzione del coro è affidata al Maestro Raffaele Puccianti, voci soliste Patrizia Cigna (soprano) Patrizia Scivoletto (mezzo soprano), Vladimir Reutov (Tenore), Diego Colli (Basso). Sul podio il direttore Giuseppe Lanzetta.
Saranno impiegati alcuni strumenti storici dei Liutai Toscani Riuniti
Mercoledì 5 dicembre nella Basilica di Santa Croce di Firenze (ore 21)

Sull’affaire Mozart cacciato da Santa Croce abbiamo una rettifica parziale da parte di Paolo Bocci, Padre guardiano della basilica, citato da Valerio Cappelli sul “Corriere della Sera”: […] “in serata [del 1° dicembre, ndr] padre Paolo ha precisato che la sua decisione è stata presa solo perché questo è un periodo penitenziale (quaresima francescana) e dunque la musica di Mozart non era indicata”. E perché mai? Forse perché nei periodi penitenziali gli strumenti musicali, organo compreso, devono tacere durante le celebrazioni, restando ammesse le sole voci umane vuoi a solo vuoi a cappella?

Non lo si dice espressamente, ma se così fosse la toppa ci pare peggiore del buco. Ricordo a me stesso – e non certo al reverendo padre Bocci – che qui non si tratta di una celebrazione liturgica ma di un concerto in chiesa, per il quale le direttive della CEI prevedono, salvo errore: 1) la rimozione del Santissimo Sacramento; 2) un’allocuzione su musica e spiritualità. Nei concerti alla basilica di San Marco a Milano, una ventina d’anni fa, si occupava personalmente di soddisfare la seconda condizione il cardinale arcivescovo Carlo Maria Martini, musicofilo non pentito e grande amico di Abbado.

A tutti è noto che il concerto commemorativo della morte di Mozart si ripete a Firenze da otto anni. Forse i predecessori di padre Bocci erano dotati di una sensibilità liturgica meno avvertita della sua? Può essere.

Altre fonti (i soliti bene informati) ipotizzano moventi diversi e parlano di giustificazione di comodo. Il direttore maestro Giuseppe Lanzetta, a loro dire, sarebbe “persona non grata” per una quantità di ragioni. Si parla di lui come un superpotente di Firenze, un privilegiato delle elargizioni FUS, un occupatore seriale di spazi pubblici e religiosi, da piazza della Signoria (concerti di Capodanno) alla chiesa di Orsanmichele. Questo suo attivismo avrebbe provocato polemiche in cui sono stati coinvolti nientemeno che la Presidenza della CEI e la sottosegreteria della Presidenza del Consiglio. Anche questo può essere.

Ma se le cose stanno effettivamente così – non lo sappiamo e non ci permettiamo di sindacare i meglio informati – si addice alla reputazione dell’Ordine francescano, della città di Firenze, e della Nazione italiana in genere, trincerarsi dietro pretesti tanto fragili, destinati ad attirarci i prevedibili sberleffi di tutto il mondo civile? Ci permettiamo di immaginare che Nicolò Machiavelli, le cui ossa riposano in quella stessa basilica fiorentina, ripeterebbe: “Ancora che lo usare la fraude in ogni azione sia detestabile, nondimanco nel maneggiare la guerra è cosa laudabile e gloriosa”. Dunque siamo in guerra? E contro chi? Probabilmente contro il senso del ridicolo.

A costo di ripeterci: la toppa è molto peggiore del buco. Attendiamo una parola di verità da chi è in condizione di proferirla.