«Sarai buon re se buon pastor sarai»

di Carlo Vitali


VENEZIAMUSICA e dintorni

Lirica e Balletto

Stagione 2018-2019

IL RE PASTORE

Teatro La Fenice

[…]

In ultimo una schiera di presuntuosi revisionisti nostrani, sfornando volumi autoprodotti che sono un impasto di cattiva letteratura fantastica, erudizione mal digerita e ottuso campanilismo, vorrebbe oggi liquidare l’intera produzione mozartiana quale (udite, udite!) frutto di plagi seriali occultati da una politica di potenza pangermanica che sarebbe cominciata con gli Asburgo e l’impero bismarckiano per giungere infine, passando per l’ovvio tramite del dottor Goebbels, fino ai giorni nostri. Circa il caso in esame sostengono i suddetti fantamusicologi che il Re pastore, a dispetto di un autografo che Mozart avrà certo confezionato per turlupinare gli studiosi del futuro, sarebbe in realtà farina del sacco di Josef Mysliveček, il “divino Boemo” che gliel’avrebbe regalata per amicizia. Le prove? Il passo di una lettera di Wolfgang alla madre, interpretato a capriccio per invertirne il senso palese. Amicizia del resto assai equivoca, visto che – sulla fede di Dalla Corte e Pannain, i quali scrivevano nel 1942, vigente l’Asse Roma-Berlino – la partitura conterrebbe arie “uggiose e impersonali”.

A questi untorelli seguaci di Dan Brown preferiamo contrapporre le analisi di musicologi seri come Stefan Kunze e Reinhard Strohm, sensibili al testo e al contesto, quando affermano che col Re pastore di Mozart l’opera metastasiana, giunta al termine del suo ciclo storico, sarebbe tornata “per una volta ancora giovanissima”.

ARTICOLO COMPLETO: https://www.teatrolafenice.it/wp-content/uploads/2019/03/RE-PASTORE-IL.pdf

MUSICOLOGICI UNTORELLI