di Carlo Vitali

“Hochschätzbareste fr:[au] Baronin!” (Stimabilissima signora Baronessa!). Da un paio di giorni la stampa di questo e dell’altro mondo infioretta senza il minimo controllo critico un comunicato di Christie’s, ramo di Londra, che annuncia la prossima messa all’incanto di una “drammatica” lettera di Mozart alla mite base d’asta di 300-500mila sterline, pari a € 350-570mila. Sarà il pezzo forte di una Exceptional Sale prevista per il 6 luglio 2023.

Una “nuova” lettera di Mozart; che emozione, signora mia! Una scandalosa vicenda di sesso e pizzicologia! Urge matrimonio riparatore onde evitare l’arresto di Constanze colta in flagrante reato di fornicazione! Cäcilia Weber, cinica ruffiana della sua stessa prole femminina, invoca l’intervento della polizia asburgica onde costringere l’infido pensionante a mantenere l’impegno preso! Un’intima amica [sic] del ventiseienne compositore, la baronessa Martha Elisabeth von Waldstätten (1744-1811), invocata come parafulmine e paraninfa! Roba da Rosenkavalier moltiplicato per Dagospia…

C’è di che stimolare l’acquolina in bocca ai “Mozart aficionados worldwide”, afferma Thomas Venning, capo del dipartimento Books & Manuscripts. “La lettera è sempre stata in possesso di collezionisti privati e non è mai stata vista dal pubblico o dagli studiosi fin dal 1989“.

Tutto vero, ma si omette un dettaglio da nulla: il testo era già ampiamente noto ai biografi, pubblicato in originale e tradotto in più lingue, italiano compreso. Nell’epistolario Bauer-Deutsch reca il numero 683, lo si legge nell’edizione stampata alle pp. 217-218 del terzo volume, oppure sull’apposito sito del Mozarteum (/briefe-dokumente/online-edition/) con tanto di trascrizione diplomatica, trascrizione modernizzata e traduzione inglese annotata.

Di nuovo c’è solo che l’attuale anonimo proprietario ha messo in vendita l’autografo. Non è il primo caso in tempi recenti, sull’onda di un’isteria collettiva dove s’intrecciano: a) il feticismo collezionistico ossia, come avrebbe detto Walter Benjamin, “il culto dell’aura”; b) il ghiotto voyeurismo del pubblico mediatico; c) l’ignoranza di comunicatori che non sanno fare un minimo di onesta divulgazione.

E se prima d’inghiottire l’esca, l’amo e il galleggiante facessero magari un po’ di fact-checking, ad esempio telefonando ad un umile esperto mozartiano? Ad eccezione di un gruppuscolo autocertificato e troppo incline ai travasi di bile [vedi nota 1], vanno più o meno bene tutti coloro che hanno letto un paio di libri. Vien dunque da chiedersi: a chi giova tanta spudorata superficialità? Agli acchiappa-click, ai pisseurs de copies, ma soprattutto ad un mercato antiquario drogato che non tiene in conto alcuno il valore culturale e documentario del cimelio offerto in vendita. Il 14 dicembre 2022 lo stesso martello londinese aveva battuto a “sole” 126mila sterline un autografo musicale mozartiano: due facciate contenenti le prime 15 battute del secondo movimento dalla “Antretter-Serenade” KV 185 (167a). Fresco lavoro giovanile databile al 1773 e fonte ad ogni modo già inventariata nel Kritischer Bericht della Neue Mozart-Ausgabe, IV/12/2.

[1] Afferma Donn’Anna Trombetta: “è ora di finirla! Ed è ora che di Mozart parli gente esperta di Mozart e non giornalisti prestati al mercato”. Per una volta — a prescindere dallo scopo autopromozionale dell’intemerata — le scuole associate di Sondrio e Silea non dicono male. Salvo poi contraddirsi quando, cedendo alle sirene dell’amichettismo, esaltano la valenza conoscitiva di un romanzetto giallo-rosa sull’assassinio di Mozart (come possiamo vedere qui e qui)