di Carlo Vitali, Michele Girardi, Paolo Congia

“Gli autori del libro Mozart la caduta degli dei, parte prima e seconda sono stati intervistati dalla prestigiosa rivista Interlude di Hong Kong. Anche in Cina hanno dimostrato molto interesse per le ricerche dei musicologi Luca Bianchini e Anna Trombetta. Di seguito il link al testo dell’intervista di Georg Predota”.[1]

Oh, quanto ce ne rallegriamo! Non bastavano ai cittadini dell’ex-colonia britannica i guai procurati dalle interferenze di Pechino, miranti a farla finita anzitempo con la formula “un Paese, due sistemi”; gli tocca anche sorbirsi una “prestigiosa” rivista la cui fondatrice Juliette Liu si dichiara una promettente pianista da concerto che, terminata la scuola, è stata “condotta dalla circostanze ad entrare nel business della moda”. Pazienza, sono i casi della vita. Non meno modajola la linea editoriale della testata: “Interlude offre aneddoti su alcuni dei più famosi brani di musica classica. La nostra rivista gratuita di musica classica presenta bellissimi brani […]”. Ed anche molto altro, come si può vedere da una rapida esplorazione sul sito, configurato nelle vaste dimensioni di un portale dove si accavallano consigli per gli acquisti, notizie, recensioni, brevi saggi, contenuti multimediali, gossip e umorismo.[2]

Quanto a Georg Predota, l’autore dell’intervista in due puntate ai sullodati musicologi italiani, la sua autopresentazione è tanto frizzante quanto scarsa di dati concreti: “Ciò che posso offrire è un appetito insaziabile per tutto ciò che riguarda la musica, un’abbagliante curiosità che guarda oltre i programmi, le pose e le banalità […]. Naturalmente se vuoi vedere le mie qualifiche professionali sarò felice di inviarti il mio CV”.

Predota scrive sull’universo scibile musicale, quindi anche su Mozart; ma i suoi ordinari contributi non si discostano dalla storiografia mainstream: Mozart bambino-prodigio, Mozart genio, Mozart morto di malattia (e non di veleno né di massoniche manganellate, come vorrebbe la vulgata complottista). Sono perlopiù brevi e diligenti riassuntini dove predomina appunto la divulgazione aneddotica.[3] Cosa l’avrà dunque allettato ad offrire ospitalità, in una calda estate subtropicale del 2018, alle audaci tesi revisioniste – o meglio negazioniste – dei due “musicologi copernicani”? Un colpo di sole? Il confessato “appetito insaziabile”? O magari la fedeltà alle italiche radici palesate dal suo cognome, visto che fra paisà corre l’obbligo morale di aiutarsi nel bene e nel male?

Non staremo a indagare più di tanto su questo piccolo mistero orientale, tanto più che conosciamo i giovanili trasporti dello studente Bianchini per la millenaria cultura del Paese di Mezzo. Forse non sarà sufficiente a qualificarlo nel rango di provetto sinologo, ma come certifica lui stesso sul suo profilo Facebook: “Ha studiato Cinese I e II presso Università degli Studi di Milano”. Scelta oculata, e certo più utile dell’odiata favella teutonica per un musicologo in erba predestinato a decostruire il falso mito del Classicismo viennese. Molto probabilmente fu l’influenza del Mao-Ze-Dong-pensiero, a lungo perdurante nella Statale milanese, ad instillargli l’intuizione che Mozart fosse una tigre di carta, nonché quella salda coscienza anti-imperialista che più tardi avrebbe ispirato la sua ultraventennale fatica di picconatore.

E nemmeno ci diffonderemo sul contenuto dell’intervista, un pedissequo concentrato delle bufale già somministrate a piene mani del duo di Sondrio in volumi autoprodotti ed altre esternazioni a compiacenti testate cartacee e radiotelevisive ghiotte di “rivelazioni”. Ciò che più ci attrae è la vivacità dei commenti postati in varie lingue (inglese ovviamente prevalente, seguito da francese e italiano) dai lettori del “prestigioso” sito lungo un arco temporale protrattosi a singhiozzo fino ad oggi. Visto che il vecchio clickbaiting funziona sempre? Un minimo ma significativo campione di favorevoli e contrari:

[…] Finally the story makes sense. Mozart was just a posthumous political construct!

Renaldo Canton
July 1, 2018 at 10:46 pm

Thanks to these studies (that take [sic] more than 20 years!!! ) it is possible to doubt and get out the truth from the story of all the musicians of every historical period. Our System likes that we remain ignorant and “sheep-being” [sic]… Fortunately we’ve got such editors that go on with these works and spend their time for the pleasure of the conoscence! [sic]. Thank you for this article and I wish to read thousand more of this kind.

Erika
July 2, 2018 at 3:39 pm

I have examined the book from top to bottom, the notes are captious, and often based on incorrect data. Bianchini and Trombetta want to make scholars say valid things they have never said. They also do not even know what philology is.

Martino Guarneri
July 4, 2018 at 8:53 pm

I have just finished reading ‘Mozart – The Fall of the Gods’, which is excellent! I would like to get part 2 now. Is it available in English?

Professor Jarvis
May 3, 2021 at 10:27 am

[…] There are no facts here. Bianchini and Trombetta talk as if scientific methods of manuscript analysis and historiographical criticism were just invented yesterday and that they are the first to apply them to Mozart, when both have been part of musicology for a long time. […] Georg Predate [sic] should be ashamed of himself for being hoodwinked by this garbage pseudo-musicology.

JDWpianist
December 20, 2021 at 4:43 pm

Mr Bianchini se glorifie d’être en dehors des sentiers battus, faire de l’histoire comme personne et de prétendre établir des vérités historiques à partir de la seule histoire des idées, ce que ne suffit pas à remplacer la réalité vécue par les hommes, c’est à dire les faits historiques. Un historien qui ne tient pas compte des faits, c’est tout sauf un historien.

Erika Montaigner
December 30, 2021 at 5:10 am

Il signor Canton si diletta di riso alla cantonese? Madame Montaigner sarà imparentata all’illustre virologo? Il Professor Jarvis è un clone di quel bizzarro “antropomusicologo forense” che con la lente di Sherlock Holmes smaschera dall’Australia i falsi autografi di Bach e di Mozart?[4]. Tutto può essere; ma benché in questo teatrino di ombre dall’identità e nazionalità poco decifrabili abbondino le opposte valutazioni di merito e di metodo, mancava finora un tentativo di analisi motivazionale. Ossia, per parlare come si mangia: chi glielo fa fare ai signori Bianchini di esportare bufale dalla Valtellina al Mar Cinese Meridionale?

Qualcosa, insomma, di più articolato rispetto all’ottimistica ipotesi che a tanto ardua impresa i Nostri Eroi si siano sobbarcati unicamente “for the pleasure of the conoscence!” [di nuovo sic]. Questa Erika sine cognomine, che nella nostra sfrenata fantasia ci piace immaginare coetanea della sua omonima di Sondrio – devota art-director dei signori Bianchini e al par dei genitori assai creativa nel maneggio delle lingue – avrebbe forse colto nel segno? Sembra dubitarne un’altra lettrice, la quale si dichiara in tedesco “osservatrice casuale”, lasciando poi intendere (ma sarà vero quanto occhieggia dietro l’ennesima maschera?) di essere madre e/o insegnante di fanciulle in fiore.

In ogni caso la supposta Frau Morgenroth si dimostra: a) conseguente seguace del materialismo storico, filosofia tedesca non ignota in Cina; b) conoscitrice dell’italiano e di Cabaret, un memorabile film di Bob Fosse (1972); c) frequentatrice del nostro sito accademico, dal quale sembra aver tacitamente assorbito un paio di citazioni. Lungi da noi accusarla, in pretto stile sondriota, di “plagio-plagio-orrendo plagio”; godiamo anzi di aver incontrato nelle isole della Rete una – per dirla con Schubert – “gleichgestimmte Seele”, e di conseguenza ci onoriamo di riprodurre qui il suo contributo, prima in traduzione e poi in originale (v. Appendice).

Un piccolo aiuto linguistico a beneficio delle mie ingenue ragazze liceali che di recente si sono chieste “cosa cercano di fare Bianchini e Trombetta?”. Dicono costoro: “Noi parliamo agli studiosi di Mozart”, ma non è vero. Anche se – tanto per cambiare – non fanno nomi, è chiaro come il sole che stanno facendo propaganda per DE-FINANZIARE progetti internazionali di ricerca quali “In Mozart’s Words”, affermando che il denaro dei contribuenti è sperperato dall’Unione Europea per iniziative senza valore, quando I VERI ESPERTI (cioè loro stessi) ne sarebbero più meritevoli.

Ecco l’originale versione italiana del linguaggio ipocrita che adottano sulla loro pagina Facebook:

Il naso l’abbiamo storto già la scorsa settimana, quando abbiamo letto dei fondi europei, circa 200 mila euro, stanziati qualche anno fa per mettere le lettere di Mozart on line, lettere già ultra tradotte, in pubblico dominio, addomesticate nelle varie edizioni da Nissen in poi. 200 mila euro di soldi nostri per propinarci delle lettere che per di più non sono traduzioni fedeli, né scientifiche (visto anche i commenti che le accompagnano). Sono messe sul web con i testi in italiano ingentiliti, migliorati, come se i Mozart fossero stati dei letterati dell’Accademia della Crusca, e come se i lettori fossero dei fessi. In realtà le lettere dei Mozart sono piene di ripetizioni, con vocabolario poverissimo, con strafalcioni anche in tedesco. Non abbiamo certo bisogno di un altro Nissen! 200 mila euro per riempire pagine e pagine di approfondimenti che non sono scientifici, ai quali attinge a piene mani anche chi scrive articoli su Mozart per i bambini, facendo pseudo informazione. E questo è un esempio dei tanti, basta leggere Wiki per ripassare tutte le balle che si raccontano su Mozart. Sono anni che abbiamo fatto aprire gli occhi. Abbiamo preso queste palle, le bufale che raccontano ad adulti e bambini, le abbiamo vagliate con raffronti storici e le abbiamo smascherate. […] è ora di finirla! Ed è ora che di Mozart parli gente esperta di Mozart e non giornalisti prestati al mercato”.

Nota bene: il direttore del progetto poliglotta “In Mozart’s Words”, promosso da una coalizione internazionale di sostenitori pubblici e privati, è nientemeno che il Professor Cliff Eisen, celebre studioso mozartiano incardinato dal 1997 presso il Dipartimento di Musica del King’s College di Londra. Nel 1992 il Prof. Eisen ha ricevuto il Premio Alfred Einstein dell’American Musicological Society; la sua ricerca si concentra sul periodo classico, in particolare su Mozart. In una recensione del loro più recente libello Mozart in Italia [2021, ndt], il Prof. Eisen ha scritto di Bianchini e Trombetta: “ho segnalato nel loro lavoro una serie di problemi, nessuno dei quali pare sia stato affrontato. Penso che in questa sede valga la pena di sottolineare alcuni di quei problemi, in modo che i potenziali lettori non vengano fuorviati, né dagli autori medesimi né da commenti positivi che forse possono essere inventati, oppure più o meno imparziali, o soltanto disinformati”. Ecco “cosa cercano davvero di fare” Bianchini e Trombetta: spacciare le proprie pazzesche teorie e immaginarie competenze in cambio di soldi, soldi, soldi.

Eva Morgenroth
January 20, 2022 at 4:03
Osservatrice occasionale

Grazie, Frau Morgenroth. Dopo questa analisi cruscante, che ci sentiamo di condividere in pieno, cosa potremmo ancora aggiungere di più esplicito per i nostri amici cinesi, reali o virtuali che siano? Parli allora per noi l’antico maestro Lu-bian-quing, autore della farsa teatrale I dolori di un barbaro straniero alla corte dell’imperatore Zhū Dì:

水牛糞與書生墨
會填滿你的碗
配米飯和醬油

(Sterco di bufalo e inchiostro di erudito
colmeranno la tua ciòtola
con riso e salsa di soja).

NOTE

[1] https://www.mozartlacadutadeglidei.it/2018/06/27/intervista-agli-autori-sulla-rivista-musicale-interlude-di-hong-kong/

[2] http://www.interlude.hk/

[3] Ad esempio, su interlude, qui e qui

[4] Cfr dal nostro sito qui: e qui

APPENDICE

Eva Morgenroth
January 20, 2022 at 4:03
Beiläufige Beobachterin

A little linguistic help for the convenience of my candid undergraduate girls who recently wondered what Bianchini and Trombetta “are actually at to”. They say “We talk to Mozart scholars”. No, they don’t. Although they don’t provide names (they never do), it’s crystal-clear how they are campaigning to DEFUND such international research projects as “In Mozart’s Words”, maintaining that taxpayers’ moneys are squandered by the European Union on worthless endeavours, while REAL EXPERTS (themselves) would better deserve to get them.

Here’s a translation from Italian of their double talk on their Facebook page:

“We turned up our noses last week, when we read about European funds, about 200,000 euros, allocated a few years ago to put Mozart’s letters online — letters that are already super-translated, put in the public domain, cleansed in a variety of editions from Nissen’s onwards. 200,000 euros of our money to sell us on those letters which, moreover, are neither faithful nor scholarly translations (also considering the accompanying comments). They are put on the web with improved, whitewashed Italian texts, as if the Mozarts were literati from the Accademia della Crusca, and as if the readers were dummies. Actually, Mozarts’ letters are full of repetitions, with a pretty poor vocabulary, containing blunders even in German. We certainly don’t need another Nissen! 200,000 euros to fill pages and pages of unscholarly in-depth commentaries, which writers of Mozart-for-kids stuff draw on with full hands, thus providing pseudo information. And this is but an example out of many; just read Wiki to review all the lies that are told about Mozart. For years, we’ve kept opening the public’s eyes. We challenged all that crap, the fake news they tell adults and children, we sifted them through historical comparisons and we unmasked them. […] It’s high time to stop! And it’s time for Mozart experts to talk about Mozart, not journalists serving to the market.”

Worth noting: director of the multilingual “In Mozart’s Words” project, supported by an international combination of both public and private sponsors, is no less than Prof. Cliff Eisen, a renowned Mozart scholar based since 1997 in the Department of Music at King’s College London. Prof. Eisen received the Alfred Einstein Award of the American Musicological Society in 1992; his research focuses on the Classical period, particularly Mozart. On reviewing their latest self-published pamphlet “Mozart in Italia”, Prof. Eisen wrote about Bianchini and Trombetta: “I pointed out a number of problems with their work, none of which, apparently, have been addressed. I think it is worth pointing out here what some of those problems are, so that potential readers are not misled, either by the authors themselves or by positive commentaries that may be fabricated, that may or may not be impartial, or are just uninformed”.

That’s what Bianchini and Trombetta “are actually at to”: peddling their lunatic theories and fabricated expertise for money, money, money.