Ahimè ch’io cado, n. 86

Bianchini e Trombetta, falsari da denuncia!

di Michele Girardi

Guardate cosa si legge nelle conclusioni dell’oltraggioso, lambiccato libercolo Figaro. L’aria della Contessa di Bianchini e Trombetta:

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I due falsari sostengono che esista un singspiel andato in scena nel 1785 che in realtà non c’è (si veda Ahimè ch’io cado, I, n. 20 di Artifex, p. 21 e ultra), visto che venne rappresentato un lustspiel, che prevedeva la traduzione tedesca del Mariage de Figaro con l’aggiunta di ariette, alla francese. I due dichiarano che Mozart copiò da lì, ma in questa nota si arrampicano sugli specchi lamentando l’incertezza delle fonti, visto che la melodia della splendida aria in questione viene dall’Agnus Dei della Messa dell’incoronazione (1779). Dunque il compositore non fece altro che riutilizzare ciò che gli apparteneva. Qui siamo ai vertici dell’ignobile sfacciataggine, che non può restare impunita: la melodia dell’Agnus Dei sarebbe «altrettanto problematica» di quella dell’aria? Ma i problemi li hanno creati artatamente loro.