Il caso Luchesi: Le sinfonie anonime della Biblioteca Estense di Modena (I-MOe)
di Artifex
Ma ritorniamo alle anonime di Modena. Un po’ di ricerca non fa male. Le sinfonie di cui scriverò sono conservate senza i famosi frontespizi all’archivio di Modena. Senza data, senza autore e incomplete. Come la Jupiter, che qualcuno la ha fatta oggetto di fantasiose attribuzioni. Ma vediamo nel dettaglio queste sinfonie “anonime”.
D.637
Catalogata sotto la segnatura D.637, è una sinfonia in Re maggiore. La parte del violino I indica che c’è un Adagio introduttivo di 8 battute, al quale segue il primo movimento Allegro Molto. Questo è l’incipit:
Questa sinfonia, anonima perché non ha il frontespizio, la ritroviamo nel catalogo Estense Storico 53.I. È rubricata come sinfonia di Paul Anton Wineberger [Winneberger] (Mergentheim, 7 Ott. 1758; Hamburg, 8 Feb. 1822). Questo è l’incipit del catalogo:
Sul sito ItalianOpera questa sinfonia è attribuita a Luchesi:
D.639
Catalogata sotto la segnatura D.639, è una sinfonia in Do maggiore. La parte del violino I indica primo movimento Allegro Molto. Questo è l’incipit:
La sinfonia risulta di Haydn Hob:I 56 del 1774:
Risulta anche rubricata nel catalogo Estense Storico 53.I.:
D.640
È la Jupiter di Mozart.
D.641
Catalogata sotto la segnatura D.639, è una sinfonia in Do maggiore. La parte del violino I indica primo movimento Allegro. Questo è l’incipit:
Questa sinfonia la ritroviamo nel catalogo Estense Storico 53.I. È rubricata come sinfonia di Paul Anton Wineberger. Questo è l’incipit del catalogo:
Sul sito ItalianOpera questa sinfonia è attribuita a Luchesi:
D.642
Catalogata sotto la segnatura D.646, è una sinfonia in Do maggiore. Sono conservate solo le parti del primo movimento Vivace: flauto obbligato, oboe primo obbligato, fagotto obbligato, corno primo obbligato e corno secondo obbligato. Niente parti degli archi.
Risulta essere la sinfonia La Roxolane di Haydn — Hob:I 63 del 1777:
D.643
Catalogata sotto la segnatura D.643, è una sinfonia in Re maggiore. La parte del violino I indica primo movimento Allegro. Questo è l’incipit:
La sinfonia risulta di Haydn Hob:I 62 del 1780:
Risulta anche rubricata nel catalogo Estense Storico 53.I.:
D.645
Catalogata sotto la segnatura D.645, è una sinfonia in Sib maggiore. La parte del violino I indica che c’è un Largo introduttivo di 7 battute, al quale segue il primo movimento Allegro Come Presto. Questi sono gli incipit:
Questa sinfonia la ritroviamo nel catalogo Estense Storico 53.I. È rubricata come sinfonia di Paul Anton Wineberger. Questo è l’incipit del catalogo:
D.646
Catalogata sotto la segnatura D.646, è una sinfonia in Do maggiore. La parte del violino I indica un Largo Adagio Assai introduttivo seguito da un Allegro Assai. Questo è l’incipit:
La sinfonia risulta di Pleyel come indicato dal Benton, sinfonia 131 (1786):
D.644
Caso a parte è questo movimento in fa maggiore (2/4, Andante un Poco Allegro) di (forse) una sinfonia.
Organico:
– Flauto obbligato;
– Oboe I;
– Oboe II;
– Corno I in Fa;
– Corno II in Fa;
– Violino I;
– Violino II;
– Violoncello e basso.
Il brano consta di:
– prima parte in Fa maggiore;
– seconda parte in Fa minore;
– ripresa della prima parte con aggiunta di varianti alla parte del flauto obbligato;
– terza parte in Re minore (sembrerebbe uno sviluppo);
– Coda in Fa maggiore.
Il brano sembra un secondo movimento di una sonata per 9 strumenti (non esiste la parte della viola: la parte del basso in un paio di punti si sdoppia con parti separate per il violoncello e il contrabbasso). Essendo molto probabilmente un secondo movimento lento di una sinfonia risulta impossibile rintracciarlo nel catalogo storico, visto che gli incipit riportano sempre il primo movimento. Non risulta nel catalogo Hoboken, quindi non è di Haydn e non risulta nemmeno nel Benton.
Così mi sono preso la briga di dare fiato all’orchestra e quindi di questo pezzo sconosciuto abbiamo una riproduzione sonora completa:
È anomalo solo il fatto che sia stato attribuito a Luchesi. […] L’attribuzione è nata — per così dire — solo dal fatto che è anonima nell’archivio di Modena. Un po’ poco mi sembra. Stesso comportamento di Bianchini e Trombetta con le altre presunte sinfonie di Paul Wineberger registrate nel catalogo. Insomma, le omissioni sono pane quotidiano.
Comunque, il movimento fa parte sicuramente di una sinfonia, penso probabilmente in Si bemolle maggiore (fa maggiore ne è la quinta) o in Do maggiore (Fa maggiore ne è la quarta). Questa che segue è la struttura completa. Da notare l’indicazione “minore” nella seconda parte che come ci dice il Grove:
Un termine usato, come il suo equivalente francese, mineur, per indicare una modifica alla tonalità minore — in generale la tonica minore — in un lavoro o movimento scritti prevalentemente in tonalità maggiore; senza dubbio serve come un avvertimento per l’esecutore, oltre al cambiamento della tonalità indicato dalle segnature in chiave. Dalla metà del 18° secolo fino all’inizio del 19° secolo è stato frequentemente usato per marcare un cambio di modalità in tre contesti: nell’episodio centrale di un rondò; nella serie di varianti una o più delle variazioni erano di solito in tono minore in questo periodo; e nei movimenti ternari come il minuetto e trio o il suo equivalente.
E sempre il Grove ci ricorda la forma del secondo movimento di una sinfonia: la struttura formale del secondo movimento si estende in una vasta gamma di tipologie, da vari tipi binari e ternari alla sonata, variazione, rondò e refrain. Forme caratteristiche della seconda metà del secolo.
Prima sezione, primo tema in Fa maggiore:
Prima sezione, secondo tema in Fa maggiore:
Seconda sezione, primo tema in Fa minore (su un basso stereotipato del quale dirò più avanti):
Seconda sezione in La bemolle maggiore (parallela maggiore di fa minore) contenente variazioni sul II tema della prima sezione:
Terza sezione in Fa maggiore: si ripete per intero (Da Capo sino al Fine) la prima con
l’aggiunta di varianti alla parte del flauto.
Quarta sezione in Re minore, modulazioni in La maggiore, Re minore, Sol minore, Do minore e modulazione alla dominante di Fa minore (Do7 maggiore), sempre varianti al II tema della I sezione:
Quinta sezione in Fa maggiore: si ripete solo il I tema della I sezione.
Coda in Fa maggiore (compresa regolare cadenza) sempre sul II tema della I sezione:
Di Luchesi di fatto abbiamo queste sei sinfonie, che si trovano negli archivi di Praga e Ratisbona:
– Sinfonia in Do maggiore;
– Sinfonia in Re maggiore;
– Sinfonia in Mi maggiore;
– Sinfonia in Mib maggiore;
– Sinfonia in Sol maggiore:
– Sinfonia in Sib maggiore.
Ad esse si aggiungono quattro sinfonie “avanti l’opera”, quelle de L’Isola della fortuna, Il matrimonio per astuzia, Le donne sempre donne e Il Natal di Giove, che circolavano anche a sé stanti. L’Isola della Fortuna fu arricchita di ulteriori parti di fiati e timpani nella copia oggi ospitata a Stoccolma da parte di un compositore svedese. Dovrebbe esserci qualcos’altro, ma ufficialmente queste sono le sinfonie di Luchesi, databili tra il 1768 circa e il 1773.
6 Febbraio 2019 il 14:13
Nell’articolo in questione risulta omessa la Sinfonia MUS D.638 in Re maggiore, corrispondente alla Sinfonia BEN P.124 di Ignaz Pleyel, eseguita a Lucca nel 2016 dal direttore d’orchestra Luca Bacci, e attribuita al compositore Andrea Luchesi in una serie di parti dell’epoca, di cui non è tuttora chiara la provenienza. La sinfonia – datata 1782-84 sul catalogo Benton – è custodita in almeno una dozzina di archivi europei ed italiani (da fonti RISM) generalmente attribuita a Pleyel.
Questo giusto per chiarire il quadro. Grazie per l’attenzione.
8 Gennaio 2023 il 10:17
Un’altra storiella, cioè che BEN P.124 di Ignaz Pleyel “potrebbe” essere di Luchesi. Ci provò tanti anni Giorgio Taboga “il vecchio” a “riattribuire” questa Sinfonia di Pleyel a Luchesi (ne era stata fatta anche una resistrazione CD) e nel 2016, a Lucca, ci ha riprovato il “Kapellmeister” Luca Bacci affermando di essere in possesso di una riproduzione fotostatica tratta da una copia “custodita” in un fantomatico “archivio” privato veneziano. Sollecitato da più parti a fornire informazioni più circostanziate (cioé prove) di ciò che andava affermando, il “Kapellmeister” Luca Bacci ha costantemente evitato di fornire le dovute risposte. La domande perciò sono: per quali ragioni non sono state fornite quelle risposte? E inoltre, considerato il pluriennale scagazzo intorno a Luchesi, per quali ragioni il “Kapellmeister” Luca Bacci ha lasciato cadere la questione nel vuoto pneumatico? Ed infine, e forse soprattutto, perché il “Kapellmeister” Luca Bacci in occasione dello stesso concerto del 2016 in cui eseguì Pleyel per Luchesi, ha spacciato quest’ultimo come compositore anche di questo: https://www.youtube.com/watch?v=oww6y7mHigw quando una semplice ricerca du RISM avrebbe mostrato il contrario (e come viene opportunamente notato in questo commento al video segnalato: “In fact, it’s by Franz Bühler (1760-1823), a Benedictine monk from Bavaria. Several sources support this attribution, while Taboga’s speculative dating to 1783-4 is quite ludicrous.” Ad Emiliano Ciprietti l’ardua sentenza.