Per gentile concessione di Le Salon Musical, ripubblichiamo questo articolo nel cui titolo ci permettiamo di parafrasare un fortunato romanzo di Aldo Busi (Milano, Frassinelli, 1994), ambientato durante un volo aereo verso l’Australia.

“Finalmente la nuova versione inglese è ormai alle stampe. Mozart the Construction of a Genius sarà a breve protagonista di conferenze e simposi in Australia, per società di studio australiane e neozelandesi.” Così squilla l’ultima fanfara social della setta NO-MOZART con sede centrale a Sondrio, dove già nel titolo si annida il baco. “Construction” è poco idiomatico; meglio avrebbero fatto, con le teorie che gli frullano per la testa, a scrivere “Manufacturing” (ma sono ovviamente canguri loro). Tuttavia, incuriositi da tanto enfatici plurali (conferenze, simposi) abbiamo interpellato la nostra Gola Profonda a Wellington, capitale della Nuova Zelanda, ed ecco quanto egli/ella (?) ci ha risposto in data 11 settembre 2022:

Il 15 settembre, all’hotel Hilton di Brisbane, Australia, il prof. Martin Jarvis terrà due comunicazioni di circa 20 minuti dal titolo: “Who was Amadeo Wolfgango [sic] Mozart?” e “Why the thematic catalogue is not written by W A Mozart”. Si tratta di due eventi collaterali nel quadro dell’affollatissimo 25° simposio internazionale dell’ANZFSS (Australian and New Zealand Forensic Science Society). Andate al sito e scaricate il programma generale (vedere qui

Proprio “protagonista” non si direbbe; dai titoli pare comunque trattarsi di uno sviluppo in chiave grafologico-poliziesca a sostegno di due libroidi NO-MOZART già tradotti in “inglisc”, gli unici che il Prof. Jarvis sia in grado di leggere in quanto monolingue confesso; ovverosia La caduta degli dei (2 voll.) e La costruzione di un genio, entrambi ampiamente recensiti sul sito dell’Accademia della Bufala.

In attesa di leggere tali altamente scientifiche considerazioni negli atti congressuali, se e quando vi saranno accolte, ci piace di presentare qui la traduzione in lingua italiana di un comunicato emesso il 15 settembre 2015 (magia delle date ricorrenti!) dal Mozarteum di Salisburgo. Dopo i ceffoni ricevuti dalla comunità internazionale degli studiosi bachiani, il mai sazio “antropomusicologo” Jarvis è passato non da oggi a far sconquasso in campo mozartiano. Di ciò si era già avveduto sette anni fa il Curatorium salisburghese, la cui sobria confutazione ha secondo noi il peso di una pietra tombale; ma era scritto nelle stelle che nella sua libidine di scandalismi a buon mercato il creativo Professore stringesse un’alleanza offensivo-difensiva fra la meno abitata delle province lombarde e il Northern Territory del Commonwealth australiano.

Di fronte a tanto formidabile potenza di fuoco, a Lipsia e a Salisburgo, covi di protonazisti, nazisti, neonazisti e topi di fogna (di tali amabili epiteti i coniugi Bianchini e Trombetta, utenti di Internet, sogliono gratificare i loro critici, come potete vedere da qui), non resta che issare bandiera bianca! Visto che la Terra musicologica si è rivelata piatta, la neo-Verità nasce oggi tra Valtellina e Valchiavenna, si stampa nel Salento, ci rimbalza dagli Antipodi grazie all’Istituto Confucio di Darwin, e dilaga trionfalmente nel cyberspazio fra il plauso di una pittoresca accozzaglia dei portatori sani (?) di cultura musicale. Lungi da noi disprezzare gli ameni panorami e le genti operose dell’Arcadia rurale, ma perfino e soprattutto là alligna il Bufalovirus revisorius, la mala bestia “che dopo il pasto ha più fame che pria”. Et in Arcadia ille, appunto.

Comunicato del Mozarteum (alcune sottolineature sono nostre):

LA PRESUNTA SCOPERTA SENSAZIONALE NEL “QUADERNO MUSICALE DI NANNERL” NON ESISTE (vedi qui)

Di recente ha destato attenzione la tesi del musicista australiano Martin Jarvis, il quale afferma di aver identificato per la prima volta la calligrafia musicale della sorella maggiore di Mozart, Maria Anna detta Nannerl, e quindi di aver dimostrato un coinvolgimento di lei nell’educazione musicale del giovane Mozart.

Questo sarebbe il risultato di un quinquennale lavoro di ricerca che Jarvis, professore a Sidney presso l’Istituto Confucio della Charles Darwin University avrebbe intrapreso con un team di esperti (vedi a questo link e a questo link)

Peraltro la tesi si fonda esclusivamente sulla presunta identificazione di un copista che Wolfgang Plath, nel quadro della Neue Mozart-Ausgabe, aveva chiamato Anonymus I entro la sua introduzione critica al Quaderno di Nannerl; Jarvis ritiene invece “probabile” che Anonymous I “sia stata la medesima Maria Anna” [“likely to have been Maria Anna herself”].

Tale affermazione è del tutto infondata: Anonymus I è noto per nome agli studiosi mozartiani almeno dal 1972 (identificazione di Ernst Hintermaier precisata da Cliff Eisen nel 1991): si tratta di Joseph Richard Estlinger (1720-1791), dal 1760 impiegato come contrabbassista alla corte del principe-vescovo di Salisburgo e attivo colà anche come copista, oltreché regolarmente coinvolto in copiature private per conto della famiglia Mozart. Con l’erronea identificazione del copista Anonymus I cadono tutte le ulteriori conclusioni di Jarvis.

IL CONTESTO

Nel 1759 Leopold Mozart cominciò a compilare un Klavierbüchlein [quaderno di tastiera, ndt] per la figlia Maria Anna, allora in età di otto anni; il quaderno restò in uso sino alla fine del Grand Tour europeo del 1763-1766. Nel corso del tempo esso si riempì con oltre 60 brani tastieristici di progressiva difficoltà; Leopold vi aggiunse anche elementi di teoria musicale. Ben presto il quaderno fu pure utilizzato per l’istruzione tastieristica del fratello minore Wolfgang. Il Quaderno di Nannerl è una vivente testimonianza della formazione musicale di Maria Anna e Wolfgang Mozart; la sua posizione unica fra i quaderni musicali salisburgesi di metà Settecento deriva dal fatto di contenere le primissime composizioni di Wolfgang Amadé Mozart; per lo più nella grafia di Leopold, il quale andava trascrivendo quei brani che Wolfgang improvvisava sulla tastiera.

Il Quaderno di Nannerl non si è conservato integralmente; dal 1864 il suo frammento più esteso (72 pagine) è in possesso della Fondazione Mozarteum di Salisburgo. In seguito, nel quadro di una catalogazione sistematica delle fonti musicali provenienti dal Duomo di Salisburgo, la mano del copista Joseph Richard Estlinger è stata riscontrata pressoché senza interruzioni in parecchi apografi musicali del periodo compreso fra il 1760 ca. e la fine degli anni 1780 (si veda questo link).

La grafia musicale di Maria Anna è nota agli studiosi tramite molti campioni di scrittura che risalgono al grande viaggio europeo del 1763-1766. Non è difficile distinguere l’aspetto abbastanza maldestro del suo tracciato grafico dall’esperta mano del copista Estlinger; e nemmeno è possibile spiegare tali differenze mediante la distinzione fra “brutta” e “bella copia” [“Gebrauchsschrift“ versus “Reinschrift“, ndt]. In conclusione si noti che allo stato attuale delle conoscenze nessuno dei circa 20 brani che Erstlinger – su commissione di Leopold Mozart – inserì nel Quaderno di Nannerl è una composizione del giovane Mozart. Si tratta inoltre di esercizi che nella maggior parte sono tramandati anche in altre fonti tastieristiche salisburghesi. È palese che la stessa Maria Anna Mozart non ha aggiunto nel proprio quaderno un solo brano autografo.

Nel 2006 Jarvis aveva già sorpreso il mondo musicale con l’asserzione, parimenti non verificata, che le celebri Suites per violoncello di Johann Sebastian Bach (BWV 1007-1012) sarebbero in realtà composizioni musicali di sua moglie Anna Magdalena Bach.