Giampiero Bernardini: Il “Don Giovanni” pare sia di Mozart, ma c’è un fatto molto strano: Mozart a pochi mesi dalla morte manda la copia della sua ultima opera “Il flauto magico” a Luchesi perché gliela corregga… Pare che Taboga abbia scoperto la corrispondenza relativa, intercorsa tra i due.[1]
L’Accademia della Bufala indirizzerà un esposto alla Sovrintendenza bibliografica della Regione Veneto affinché si provveda (se del caso manu militari con l’intervento della Guardia di Finanza e dei Caschi Blu dell’ONU) a far sequestrare le carte del compianto Prof. Giorgio Taboga onde rintracciare le copie di questo carteggio, la cui conoscenza riveste un’importanza incalcolabile per la cultura mondiale.
[1] fonte: http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?article1586
“L’Uomo Ombra“ sul mistero della morte di Wolfgang Amadeus Mozart (A&A EDIZIONI 2014)
Intervista all’autore: Maestro Giampiero Bernardini
martedì 1 aprile 2014 di Maria Grazia Teodori
10 Aprile 2021 il 22:37
Ma Lei sig. Vitali quanti anni ha ? I suoi scritti sono pieni di malevolenza ,astio , acredine……ma più di tutto esce prepotentemente l’invidia, invidia verso chi ha visto meglio e più di Lei .
10 Aprile 2021 il 22:45
In attesa che Carlo Vitali risponda, un appunto per il signor Carniti: l’osservazione qui presente riguarda la citazione di un documento che non esiste.
Questo non significa “vedere meglio”, ma “vedere i fantasmi”.
11 Aprile 2021 il 07:02
Forse si tratta di sedute spiritiche? cosa vuol dire veder meglio? mi sembra che il commento che trabocca d’invidia sia proprio quello di questo signor Carneade, pardon Carniti: di solito chi formula osservazioni come le sue non argomenta, bensì afferma senza onere di prova. Copione frusto. Proprio come Taboga, a caccia di notorietà per la via più facile, la boutade. Un professore di matematica a digiuno di musica, che non adduce uno straccio di documento a sostegno delle sue tesi, semplici opinioni che sarebbero solo degne di una risata se non ci fossero persone come Carniti, appunto. Che poi si facciano avanti ‘scrittori’ come il Bernardini, che la sparano grossa in un’intervista, pensando di farla franca, non mi stupisce più di tanto: mala tempora currunt. Troppo comodo , e basta con questa cultura d’accatto priva di riconoscimenti perché inconsistente (di chi ha seccato madama in gioventù, direbbe Da Ponte). Invidia, Carniti, verso chi sa quel che dice, come Carlo Vitali, studioso affermato e senza conti da regolare con la vita, e lo corrobora con un’ironia mancante nelle sue tre righette. Tra l’altro non vi accorgete, voi negazionisti della storia della musica, che in questa maniera recate solo danno alla causa che credete di sostenere, cioè ai grandi compositori italiani nel XVIII secolo e dintorni.
11 Aprile 2021 il 09:53
Egregio signor Carniti,
la giovinezza è l’unica malattia che perlopiù guarisce spontaneamente con gli anni. Invece di preoccuparsi dei miei dati anagrafici, lei farebbe meglio a considerare l’elenco delle mie pubblicazioni musicologiche in Italia e all’estero, diverse delle quali in sedi peer-reviewed e per le quali non ho dovuto pagare di tasca mia un editore fantasma, ma che anzi mi hanno reso qualche modesta cifra come corrispettivo di lunghe e costose ricerche sui FATTI e i DOCUMENTI. Questo, con ogni evidenza, è ciò che distingue il professionista dal dilettante entusiasta come lei oppure dall’autore di romanzi gialli.
Storiografia e fiction sono due giochi diversi e vanno giocati ognuno con le proprie regole; non possiamo giocare allo scopone scientifico con le regole del solitario di Napoleone (che riesce sempre perché si aggiustano le carte secondo convenienza, cioè si bara). A quest’ultima categoria appartengono appunto gli scritti dei signori Bernardini, Taboga ed altri, che a lei piacciono tanto forse perché pretendono di “svelare” una “controverità” nella quale lei vuole fortissimamente credere.
A questo proposito non aggiungo altro, non volendo cadere nel suo stesso peccato; cioè d’improvvisarmi senza titolo giudice e medico della psiche altrui. Libero lei di confondere l’ironia con la “malevolenza”; ma quanto all’invidia mi spieghi perché un modesto ricercatore di qualche briciola di verità dovrebbe provare invidia per gli affabulatori, i bari di carte e i venditori di fumo.
Pensa che sarebbe tanto difficile imitarli e magari superarli? Tuttaltro, e su queste stesse pagine lei può trovarne numerosi esempi a mo’ di caricatura dei loro metodi fallaci. Se noi Accademici della Bufala li denunciamo non è certo per “invidia”, bensì per esigenze di pubblica igiene mentale; vale a dire per umana pietà nei confronti delle loro vittime. Tra le quali lei stesso è uno; se per giovanile ingenuità o per dolo lascio decidere a chi ci legge.
12 Aprile 2021 il 16:46
Buongiorno signori mistificatori alogici e arrabbiati .
Ora corroboro pure io con ironia ….che non fa mai male vero….quando è diretta ad altri .
Pure i gregari si sono fatti sentire con tutto il loro astio , in special modo un certo professore a fine carriera , si il professore “associato” chiamato in università “michelino viperetta”.
Ma si viva l’ironia.
Voi siete i paladini contro la diffusione di nuove tesi musicali tendenziose e pericolose e favorevoli ad una critica competente , onesta e costruttiva .
Le nuove tesi con tanto di prove oggi ci sono , sono consultabili e parlano chiaro , non sono “fantasmi”.
La verità è ,che si ci si è esposti ,con scritti ,interviste ecc. a favore di tesi tramandate dalla vecchia musicologia , come si possono accettare oggi le nuove scoperte così travolgenti riguardo quel periodo storico dove i compositori Italiani hanno avuto un ruolo così importante nelle corti europee.
I negazionisti della storia siete voi .
Mi rendo pur conto che ogni discorso è inutile con gente così prevenuta.
E visto che a voi non interessano i fatti e i documenti esistenti , risulta inutile e tempo sprecato prestarvi la mia attenzione .
“Un bel tacer, talvolta , ogni dotto parlar vince d’assai “(Pietro Trapassi)”
12 Aprile 2021 il 23:40
O Carneade cremasco,
e che ne sai tu di musicologia vecchia e nuova? Statti alla tua arte di falegname (in sé nobilissima perché fu esercitata da Nostro Signor Gesù Cristo), ma non pretendere d’insegnare cosa sia “novità travolgente” o “critica competente, onesta e costruttiva” a chi in queste problematiche ha fatto i capelli bianchi. Come il professor Michele Girardi, al quale tu non sei degno di allacciare i calzari. Se lui pretendesse di spiegare a te l’uso della pialla e della sgorbia si renderebbe ridicolo esattamente come tu fai blaterando di “prove” e “documenti”. Se tu sapessi davvero valutare i documenti (ammettendo che tu sappia leggere la musica, il tedesco, il latino e altre lingue necessarie alla bisogna) non ti pasceresti degli strafalcioni contenuti nei librettacci di Bianchini, Trombetta e compagnia cantante, e non pretenderesti di giudicare lo stile di un autore del Settecento basandoti sugli ascolti di YouTube.
13 Aprile 2021 il 00:18
Ben sappiamo, o Carniti-Carneade, che l’arte del bel tacere tu non la possiedi affatto. Anzi, ti sei mostrato molto “vocale” nelle tue lettere al direttore del “Nuovo Torrazzo” e nelle pappolate che hai scritto, in un italiano a dir poco approssimativo, alla dottoressa Roberta Pedrotti, valente studiosa dell’opera lirica. In questi casi pregressi hai messo a nudo le tue vergogne di velleitario tuttologo dilettante. Pensi davvero di dover spiegare agli specialisti che Leonardo intrattenne stretti rapporti con la Lombardia, o che le corti europee del Settecento erano (felicemente) traboccanti di musicisti italiani? Continua pure a collezionare sculacciate, se ti gratifica, ma tieni presente che noi applicheremo a te la stessa ironia del pittore Apelle al ciabattino arrogante: “Sutor, ne ultra crepidam”, magari attualizzandola a “Faber lignarie”. Vedo che nelle tue espettorazioni maligne tu fai gran conto dell’età anagrafica (pura scemenza), ed altresì dei versi di Metastasio (cosa lodevole). Medita allora l’incipit di questa aria dell’ _Adriano in Siria_: “Saggio guerriero antico/ mai non ferisce in fretta”. Dal che si evince che forse tu sarai giovane (certo più di me e del professor Girardi), ma certo non saggio né guerriero. Per guerreggiare in questi campi di battaglia si richiedono armi che tu non mostri di possedere. O Carneade, anzi Tersite dei miei coturni.
14 Aprile 2021 il 15:34
Avendo l’abitudine di scrivere per comodità sul telefonino, ed essendo i caratteri così piccoli, nonostante io abbia inforcato gli occhiali non vedo un accidenti ( ( mi sembra un termine appropriato considersto le espressioni colorite usate in quwsta discussione) ed ho anche dovuto fare lo screenshot del botta e risposta tra il Prof. Vitali ed il tale Carnini per potere ingrandire i caratteri.
Per cui mi scuso per gli orrori di ortografia perché appunto…non vedo niente.
Questa la premessa!
Ed ora Signor Carnini La invito ad attaccare anche me, e prima che Lei vada a cercare su Google chi io sia, per poi reagire in preda al livore dicendomi che non sono una musicologa ( infatti non lo sono) e che non avrei la competenza per parlare dell’argomento trattato.
Ed infatti non lo farò.
Comunque sia, sono una musicista di prim’ordine, ma quello che sto per dire non necessita neanche che io sappia suonare la prima Sonatina di Clementi.
Lei non è altro che una piccola mente, saccente ed ignorante, e se c’è qualcuno che sta dimostrando una sconfinata invidia per il lavoro altrui, facendo uscire tutto il veleno che ha in corpo, questo è Lei, e non certo Carlo Vitali.
Le persone come Lei sono tossiche e nocive alla società.
Per cui, e mi rivolgo al Prof.Vitali, eminente musicologo che stimo e tengo nella più grande considerazione, non si faccia salire il sangue al cervello.
Sia superiore, perché lei lo e’, e non si abbassi al livello di queste mezze calze.
Con tutta la mi stima,
L.B.
14 Aprile 2021 il 21:44
Gentile Loredana Brigandì,
un musicologo non troppo eminente come il sottoscritto, però fornito di orecchie ancora ben funzionanti e di un certo decoro morale, non può che dolersi di aver trascinato un’eletta Artista come lei in questa rissa cortilizia. E inoltre – peggio mi sento – di aver messo a repentaglio le di lei preziose pupille. Portiamo pazienza: il signor Santo Carniti gode buona fama di restauratore del legno, lo credo senz’altro esemplare paterfamilias, contribuente corretto, cittadino sollecito del bene comune e quant’altro si desidera in un galantuomo.
Ma chi glielo fa fare, mi domando allora con sgomento, di scagliarsi a corna basse in controversie che non gli competono? Una volta qui, un’altra con la stimabile collega Roberta Pedrotti, altre ancora sui quotidiani della sua operosa provincia cremonese. E sempre con toni superciliosi da piccolo Caronte che “giudica e manda secondo che avvinghia”…
Abbia pietà di se stesso; impieghi meglio il suo tempo (per non parlare del nostro), si dedichi magari alla politica, un campo dove il principio di competenza pare oggi un mero optional. Ma soprattutto ricordi che non basta appiccarsi una coda al sedere per pretendere di essere un gatto.
Cordiali saluti e grazie
19 Settembre 2021 il 10:55
Egregi Signori, Riveriti Accademici,
a me pare che quando rispondete a chi non la pensa come voi, tendete a non difendere la Musica, ma solo i nomi “storici” e le loro storie biografiche. Non volete accettare che si possano far venire a galla episodi che rompono drammaticamente la storia contemplata placidamente e senza alcuna scossa di verità da volumi ormai consunti e ammuffiti e da teorie appiattite sull’enciclopedico. Vedo che andate tutti nel panico se si scopre che qualcuno, ossia il cosiddetto Divino, non ha scritto quella tal sinfonia o quel tal requiem. Si vede benissimo che non tenete affatto alla musica, ma al personaggio. Ma se una musica è valida artisticamente, cosa importa se l’ha scritta un tale di nome Luchesi, un Gazzaniga o un Mozart?
Distinti saluti, Luigi Stella, fervente beethoveniano.
23 Settembre 2021 il 00:18
Carissimo fervente beethoveniano,
forse si è perso il fatto che parecchi accademici hanno lavorato ampiamente su nomi che probabilmente lei non avrà mai sentito nominare.
Accettiamo ogni tipo di verità storica, non accettiamo che affermazioni fatte senza fondamento (o magari artefatte) vengano passate come verità storiche.
E’ diverso.
Se si scoprisse che qualcuno ha scritto (o non ha scritto) qualcosa leggeremmo la cosa con entusiasmo. Ma dovrebbe sapere che tra “dire che tizio ha fatto questo” e “scoprire che tizio ha fatto questo” passa un po’ di strada. Io posso dire che Bach ha scritto i quadri di un’esposizione, per esempio, ma questo non leverebbe che sia una solenne stupidaggine. Posso anche dire che “ho scoperto” che Frescobaldi ha scritto il Pierrot Lunaire, e a questo punto dovrei produrre le prove che hanno condotto alla scoperta, e se qualcuno mi facesse notare che queste prove semplicemente non possono esistere e io affermassi che è tutto un complotto, ecco, se arrivassero due infermieri vestiti di bianco probabilmente avrebbero ragione loro a portarmi via.
Se una musica è valida artisticamente è valida e basta; esiste una verità storica per cui se quella musica l’ha scritta un tizio è giusto che si sappia che l’ha scritta quel tizio.
Però se ascoltiamo la Jupiter e affermiamo oggi che l’ha scritta mozart, domani luchesi, dopodomani cazzaniga da un lato stiamo dicendo delle stupidate, dall’altra c’è un fatto: abbiamo continuato ad ascoltare sempre e solo la jupiter. Mentre sarebbe molto più utile e interessante ascoltare la jupiter, insieme a una sinfonia di luchesi, insieme a una di cazzaniga, e ascoltare tutte queste cose insieme non per fare una classifica, ma solo perché è impossibile capire un’epoca conoscendo una composizione sola. Di musica da scoprire ce n’è tanta e di compositori da scoprire ce ne sono tanti (e saprà che noi siamo molto impegnati, singolarmente, su questi fronti): l’errore è continuare a suonare e ascoltare sempre le stesse cose rimpallandole da un autore all’altro, perchè ascoltare la jupiter affermando che l’ha scritta gigio marzabotti non ci fa conoscere gigio marzabotti, ci fa riascoltare per l’ennesima volta la jupiter, ossia un giochino che non ha senso.
Distinti saluti
Carlo Centemeri, pacifico esploratore della musica
21 Settembre 2021 il 12:54
Muzio Clementi ben conosceva le capacità mnemoniche del Mozart per cui un giorno volle che si registrasse, da parte degli astanti, a futura memoria, che una sua sonata era stata eseguita alla presenza del salisburghese il quale era uso prendere idee, per poi svilupparle in proprio, da qualsiasi compositore si trovasse sulla propria strada.
Anche nella Storia della Musica dell’Abbiati sono citati episodi di questo tipo, come ad esempio la composizione della Finta giardiniera del Gazzaniga alla quale Mozart fece ricorso per appropriarsi di vari passaggi per la propria opera omonima. Insomma, la vita compositiva del Divino di Salisburgo non è così ineccepibile come si vorrebbe far credere. Il famoso Requiem, ormai lo sanno anche i sassi, tolto l’Introitus, tutto il resto è opera di Sussmayer and company. Questo è accertato anche da studiosi filo mozartiani. Ma molti cercano di opporsi a questa giusta revisione storica dei fatti. Non se ne conosce il motivo, o…forse lo conosciamo fin troppo bene?
Luigi Stella
23 Settembre 2021 il 00:08
Carissimo fervente Beethoveniano Stella,
l’episodio di Clementi è ben noto, ma se lei lo riportasse correttamente dovrebbe ricordare che l’annotazione che specifica la paternità del tema e il fatto che questa sonata fosse stata eseguita in presenza di Mozart serviva a salvaguardare l’autorità su un tema che, nel suo utilizzo all’interno del Flauto Magico, aveva raggiunto una fama ben superiore alla sonata di Clementi da cui proveniva: tuttavia il fatto che un compositore prendesse a prestito un tema da altri per svilupparci su, ad esempio, una fuga era un normalissimo esercizio di stile che si effettuava da tempi remotissimi (pensi alle fughe di Bach su temi di Legrenzi o Corelli). La citazione non è un plagio, specie in epoche e luoghi in cui il diritto d’autore non esisteva, non solo come istituto legale ma anche e soprattutto come diritto naturale percepito. Allo stesso tempo prendere materiali da un’opera altrui per costruire un nuovo lavoro non era certo insolito. è una prassi documentata. Prassi che ad esempio sparisce quando, in altri paesi, post rivoluzione francese viene istituito il diritto d’autore. Ognuno compone sulla base di quello che ha.
PS: chi sarebbero gli “studiosi” che si oppongono al sapere che solo alcune parti dei requiem KV626 sono di Mozart, e il resto è un completamento? Faccia attenzione a distinguere lo studioso dai tanti che dicono cose a caso pur di avere un quarto d’ora di celebrità.
Cordiali saluti
Carlo Centemeri, banale musicofilo
Accademia della Bufala
23 Settembre 2021 il 01:26
Caro Carlo Centemeri,
non sapendo molto di storia della musica, codesto signor Stella la butta in psicologia fulminando a destra e a manca diagnosi non richieste sulle motivazioni di persone che non conosce. Tanto per dirne una: sulla storia del Requiem KV 626 esistono intere biblioteche di “volumi ormai consunti e ammuffiti” (non pochi dei quali pubblicati perfino nel corrente XXI secolo, ma lui non li avrà certo “consunti”). Ed esistono poi le fantasie complottistiche dei vari Taboga jr e sr., Buscaroli, Bianchini/Trombetta ecc., la cui molto scientifica conclusione afferma trattarsi di «un fatto di corna e di soldi»?
Superfluo chiedersi a quale delle due fonti il Signor Fervente abbia scelto di abbeverarsi in esclusiva. Se ne valesse la pena, gli consiglierei la lettura di un recente riassuntino popolare sullo stato della questione; ad esempio questo, dove troverebbe buoni motivi di ricredersi sulle proprie sgangherate liquidazioni della musicologia seria:
https://www.accademiadellabufala.it/2017/10/16/3132/
O anche questo, ancora più tecnico e probabilmente superiore alle sue capacità di comprensione:
https://www.accademiadellabufala.it/2017/07/24/il-presunto-plagio-di-mozart-dalla-sinfonia-venezia-recte-da-il-geloso-in-cimento-di-anfossi-per-il-suo-requiem-di-carlo-vitali/
Ma già sappiamo entrambi che non servirà, dato che il Fervente appartiene alla categoria così puntualmente descritta in un articolo del “Conciliatore” (a. II, n. 92, 18 luglio 1819, p. 373), altro volume consunto e ammuffito:
STORIA NATURALE DEGLI SCIOCCHI
Ora uno sciocco ha sempre in riserva una idea falsa per sconcertare le combinazioni più giuste. Egli sta lì come un macigno cui non si può cangiar luogo, perché non s’ajuta d’alcun movimento, e tende sempre a ricadere pel proprio suo peso. L’uomo limitato ti ascolta, non ribatte le tue ragioni, e vi resiste; ovvero se cede su qualche idea accessoria, sta però sempre senza inquietudine rispetto all’idea principale da lui adottata senza ragionamento, e che non si potrà fargli deporre con ragionamento veruno. Lo attacchi su tutte le difficoltà, lo sbaragli su tutti i punti; e nondimeno non puoi far avanzare né retrogradare la massa. A capo della fatica d’un ora l’ostacolo è ancora lo stesso, e sarà lo stesso a capo d’un secolo. Dopo aver tentato di rimoverlo, sei costretto a prendere un’altra strada o a ritornartene. È forse tua colpa se credendo di dover trattare con un uomo, ti sei incontrato in una statua?
23 Settembre 2021 il 06:04
Il ‘fervente’, come tutti i fervidi, non vede più in là del suo naso, e quando guarda alla letteratura secondaria non abbevera la sua sete di verità a fonti più attuali e documentate, ma cerca il pettegolezzo, forse l’unica sua vera raison d’être. Cita episodi ‘eccepibili’ nella vita di Mozart e menziona solo luoghi comuni. Trovo ammirevole, Carlo, che tu perda ancora tempo con dilettanti che fanno solo perdere tempo.
23 Settembre 2021 il 13:52
Caro Michele,
mi tocca darti ragione. Anche la cortesia deve avere un limite, pena il degradare in masochismo. Ricordiamo al Fervente che questo sito si è dato una netiquette, e che a mio avviso la sua proterva grafomania ne ha già infranto più di un articolo. Legga e si regoli di conseguenza; in caso contrario propongo all’Amministratore di togliergli quella facoltà di parola di cui ha ripetutamente abusato.
https://www.accademiadellabufala.it/netiquette/
8 Ottobre 2021 il 16:43
A dire il vero le risposte del sig. Vitali sono alquanto offensive nei miei confronti appellandomi come “Il sig. Fervente” che la butta in psicologia. Ho constatato come vige il pensiero unico sulla storia della musica e come vi ritrovate tutti fratelli di un’improbabile consorteria mozartiana che si premura tanto di difendere la storia codificata e il personaggio invece di andare a vedere e di esaminare i prodromi dell’arte musicale a 360 gradi e non valutando solo l’estetica, cosa che usate fare quando parlate o straparlate del vostro esimio Mozart. In quanto ai musicologi, mi pare che il Ballola, mozartiano doc, non sia esattamente uno sprovveduto quando ci segnala il fatto che il salisburghese avrebbe oggi bisogno di difendersi in aule di tribunali per le svariate accuse di plagio. D’altra parte come si fa ad escludere questa possibilità viste le 600 opere in catalogo e la breve vita del compositore? Ma dormiva, mangiava, viaggiava, usciva a fare passeggiate, andava al bagno, si curava della famiglia, aveva svaghi? Certamente che si e allora dai 15 anni in su, fino a 35 come ha potuto comporre 600 opere?
Ma personalmente non mi interessa se abbia fatto opera di plagio, io guardo alla musica e su quella c’è da rivedere tanti giudizi, in primis, l’esaltazione scomposta verso opere che non valgono quello che si vuol far credere. In quanto al Requiem, anche qui mi interessa poco se sia tutto farina del sacco del Mozart o se siano stati gli allievi a completarlo. Tolto l’Introitus, il resto è musica accademica, e Beethoven, dico, BEETHOVEN, ebbe molto da ridire sull’uso dei tromboni che in un’opera del genere non dovrebbero mai avere parte. O pensate Voi di capirne di più del Genio Supremo della Sonata Op.106? Comunque voglio tornare ai toni delle vostre risposte; siete dei grandi maleducati, perchè io non ho ho offeso nessuno, ho solo affrontato un discorso e se voi siete chiusi ad ogni possibile discorso diverso, questo non vi dà motivo per essere così acidi. Non capisco queste levate di scudi ogni volta che si affronta un discorso nuovo. A me non interessano i tomi di Bianchini e Trombetta. Io affronto il discorso sulla musica. Uno che ha scritto compulsivamente 49 inutili sinfonie come se se si trovasse alla catena di montaggio, non può essere eletto a genio. Si tratta di composizioni tutte uguali. Ascoltata una, le hai ascoltate tutte. Sempre la stessa atmosfera, mai un cambio di orizzonti. Non ci sono mondi con caratteristiche diverse, riconoscibili, memorabili. Come ha scritto M.Mila: totale mancanza di responsabilità compositiva. Oppure, Roman Vlad. “La musica di Mozart è roba da interni, in essa non si respira la Natura”. E l’allusione di Wagner alla “Femminilizzazione della musica e alla routine mozartiana” ? Oppure le aspre critiche di Berlioz alle sinfonie? E Glenn Gould che dice: “La musica di Mozart è enormente sopravvalutata? Maria Callas: “Mozart è perlopiù una barba”? Albeniz che riferisce di essersi annoiato durante un’esecuzione del “Cosi fan tutte”? Anche questi personaggi non capiscono nulla di musica? Spiegate in modo esauriente e convincente dove risiederebbe la grandezza di un compositore che non si pone alcuna responsabilità culturale sul senso dell’arte, sui motivi della comunicazione e del linguaggio. Beethoven rifletteva drammaticamente su questi aspetti e per questo la sua musica era in continua evoluzione stilistica e di contenuti, non quelli extra musicali che citati da sprovveduti.
Il fatto è che prima di Mozart, senza scomodare il Messia della Musica, ve ne sono decine che hanno scritto musica assai superiore e che non mischiavano l’opera buffa con la musica sacra, come faceva il libertino di Salisburgo.
Cordiali saluti, nonostante tutto.
8 Ottobre 2021 il 19:37
Se volete potete anche togliermi la parola, come qualcuno vi ha invitato a fare. Non sono un moderato, ma, caspita, non lo siete neanche voi, anche se al contrario dei miei punti di vista. Se rileggete i miei interventi non sono affatto uscito dalle righe dei vostri canoni comunicativi, ma voi lo avete fatto con me rispondendomi con parole arroganti di chi la sa lunga sulla musica e di chi, come il sottoscritto, non fa parte dell’establishment istituzionale e della comunicazione su temi musicali e di autori. Voi credete di essere gli unici possessori della verità e per questo non accettate qualunque discorso alternativo chiamando – come va tanto di moda di questi tempi – “fake news” le notizie che non corrispondono alle vostre, ovvero quelle fossilizzate nel tempo da una storiografia tuttologa che ammanta di lodi qualsiasi personaggio che abbia posto mano su tomi pentagrammati. Un esempio: leggo ovunque critiche al ribasso per il Beethoven della cantata, “IL Momento Glorioso” e poi, magari, un qualsiasi foglietto musicale di un WAM decenne viene innalzato ad opera d’arte!!!!! Siamo alla follia. Beethoven, ogni opera è un mondo memorabile, colmo di caratteristiche ineguagliabili, di linguaggi semplici e complessi allo stesso tempo. Ogni opera di Beethoven porta le sacre tracce del sanguinamento, della sublime profondità interiore, di una sofferenza inestinta e stiamo qui ad esaltare musichette mozartiane scritte per compulsione?
Ripeto, i libri dei due “falsi” musicologi non mi piacciono per niente, ma non è possibile che mille pagine e passa siano tutte fandonie come affermate voi. Dite che sono fandonie anche le ricerche di Taboga. Scusate, cosa gliene viene ad uno studioso scrivere che Mozart non è morto per cause naturali, ma per fatti drammatici? Se Mozart è un grande, come dite, cosa cambia il tipo di morte che ha fatto? Incide sulla sua opera?
Saluti, Luigi Stella, beethoveniano dalla nascita!
9 Ottobre 2021 il 10:06
Penso sia giunto il momento di togliere la parola a questo ennesimo no vax della ‘musicologia’, un fervente beethoveniano che si permette di ignorare tutta la tradizione del trombone nella musica sacra – privandosi pure di un’importante chiave d’accesso alla Zauberflöte. Ma è così: «Tuba mirum spargens sonum». Non siamo certo al giudizio universale, ma a un più modesto quanto doveroso contenimento di una piaga sociale: l’ignoranza che sale in cattedra.
9 Ottobre 2021 il 10:48
Il sig. Stella dimentica poi stranamente che il suo idolo venerava Mozart – Requiem compreso – e che Gould disprezzava apertamente anche diversi “mondi memorabili” beethoveniani (oltre ad un bel po’ di eccellenti compositori come Chopin, Schumann e altri).
9 Ottobre 2021 il 14:42
Caro Michele,
ti confesso che provo un perverso piacere estetico contemplando nel Fervente il perfetto prototipo dell’Autodidatta di Sartre, quello che leggeva in ordine alfabetico tutti i libri della biblioteca comunale di Bouville. Chiaro che nel suo razzolamento fra gli scaffali della Biblioteca Aneddotica & Bufalaria di Sondrio il Nostro non è ancora giunto alla lettera “W”. Saprebbe altrimenti che nel 1825 un certo Jacob Gottfried Weber, caporedattore della rivista “Cäcilia”, pubblicò un articolo in cui attaccava (parte a torto e parte a ragione) l’integrale autenticità mozartiana del Requiem. Beethoven non la prese bene, e su una copia della rivista tracciò di propria mano questi complimenti all’indirizzo di quel Weber, da non confondersi con Carl Maria von: “O du Erzesel” e “O du doppelter Esel”. Nel nostro idioma: “O arci-asino” e “O asino doppio”; l’autografo si conserva al Beethoven-Haus di Bonn.
Di più, all’abate e musicista Maximilian Stadler, che aveva a sua volta contestato le asserzioni di Weber, Ludwig van scrisse il 6 febbraio 1826 ringraziandolo per l’invio della sua monografia sull’argomento: “In ogni tempo io mi sono sempre considerato fra i massimi ammiratori di Mozart, e tale resterò fino all’ultimo mio respiro” (autografo alla Biblioteca nazionale di Praga). Vogliamo dire che chi di aneddoto ferisce di aneddoto perisce?
Dunque, ci assicura il Fervente sulla parola di Beethoven, nella musica sacra il trombone non ha diritto di cittadinanza. Ci spiegasse allora perché nella Messa Op. 86, composta nel 1807 per il principe Nikolaus Eszterházy di Galantha, Beethoven non impiega i tromboni; invece nella Missa Solemnis, terminata nel 1823, di tromboni ne prescrive ben tre, e li fa suonare in tutte le sezioni dell’Ordinarium meno il Kyrie. Sì, perfino nell’Agnus Dei! Nel frattempo il Grande Sordo, domandato il permesso dei superiori, aveva compulsato diversi lavori di antica musica liturgica conservati nella Hofbibliothek. Solo gli stolti, si dice, non cambiano mai idea; per caso il Fervente non sarà fra questi?
Ah sì: per questo “conoscitor delle peccata” le Sinfonie mozartiane sono “tutte uguali” e, “tolto l’Introitus, il resto [del Requiem, ndr] è musica accademica”. Lo sa quel Minosse autoproclamato che dell’Introitus non fa parte il Dies Irae dove i tromboni sono evocati esplicitamente dal testo latino? Tuba mirum, come tu dici. La tuba romana era un bronzo diritto lungo circa 130 cm. come la moderna tromba in Sib. Infatti i Tedeschi non parlano di tromba del Giudizio Universale, bensì di “Posaune des letzten Gerichts” (trombone dell’ultimo Giudizio; cfr. la Bibbia di Lutero a I Cor. XV, 52: “Denn es wird die Posaune schallen”). E dire che di tromboni il nostro Fervente si dovrebbe intendere. Accademico il Dies Irae? E magari anche il Lacrymosa, sviluppato da un incipit sicuramente autografo? Ma chi è questo Fra’ Cacchio da Velletri; cosa lo abilita a giudicare con tanta sicumera in materia di composizione? Forse le sue cover di vecchie canzoni dei Beatles, orgogliosamente pubblicate su YouTube?
Per queste ed altre ragioni, o Michele, mi tocca aderire alla tua mozione d’ordine come hanno già fatto altri soci della nostra Accademia: si bandisca il Fervente per infrazione agli articoli 2 e 3 della netiquette del sito, e vada pure altrove ad assordare i malcapitati con le sue trombonate fuor di tono. Vorrei anzi definirle ragli, ma me ne astengo per deferenza verso Beethoven — che pure, come si è detto sopra, non lesinava gli epiteti asinini — ed anche per quel debito rispetto alla persona che il Fervente rivendica per sé pur facendone scarso uso negli altrui confronti.
9 Ottobre 2021 il 14:42
Non rispondo ad ‘argomentazioni’ come le sue perché le reputo tanto pretestuose quanto campate in aria, e basta. Non si tratta di un pensiero diverso (da quale canone?), ma di assenza di pensiero, rimpiazzato da argomentazioni capziose e frante che lasciano il tempo che trovano: proprio come quelle dei cosiddetti no vax, questi sì parenti stretti del fascismo.
9 Ottobre 2021 il 15:12
Caro Stella,
mi indicherebbe per favore dove Beethoven avrebbe criticato l’uso del trombone da parte di Mozart nel Requiem? Non è che si confonde con Berlioz, che criticava l’uso di 1 solo trombone invece che di 2, 4, 30 (come scriveva pro domo sua, e con ironia)? Oppure con il trattato del Forsyth, 1939? Chiedo sinceramente, perché a me pare che nella Missa solemnis, per esempio, l’esempio mozartiano sia assai ben presente: come sa, esiste un’analisi di pugno beethoveniano di alcune parti del Requiem, pubblicate e discusse da Bathia Churgin nel 1987 («The Journal of Musicology», 5 (4), pp. 457-477).
Io mi sono sempre considerato fra i più grandi ammiratori di Mozart e tale rimarrò fino al mio ultimo respiro.
[A scanso di equivoci: l’ha scritto Beethoven, nella lettera all’Abbé Maximilian Stadler vergata a Vienna, il 6 di febbraio del 1826].
Un cordiale saluto,
Mario Tedeschi Turco
9 Ottobre 2021 il 15:56
Se il Fervente fosse più interessato a progredire nella conoscenza di Beethoven che non a trollare su questo sito con le sue ideuzze male organizzate, potrebbe leggere con profitto un articolo di Warren Kirkendale, dove si dà conto delle moltissime antiche composizioni studiate da Ludwig van nelle biblioteche del principe Lobkowitz e dell’arciduca Rodolfo onde giungere ad una nuova potente sintesi dello stile musicale cattolico. Dell’elenco fanno parte anche tante belle Messe austriache del periodo barocco, dove i tromboni erano pane quotidiano: New Roads to Old Ideas in Beethoven’s Missa Solemnis, in “Musical Quarterly”, LV (1970), pp. 665-701. Ma è forse chiedere troppo a un cacciatore di aneddoti che giura sull’Abbiati. Bisognerebbe proprio difendere Beethoven da certi ammiratori.
11 Ottobre 2021 il 18:41
Amen! se non sa leggere la musica perché viene a discutere con degli specialisti? atteggiamento tipicamente italiano, anema e ccccore. Anche noi piangiamo di commozione, non è il privilegio di chi non conosce il linguaggio e si butta sul sentimento a oltranza, atteggiamento di cui si vanta perché è l’unico che le compete. Noi affrontiamo i problemi da un’angolazione diversa, e più consapevole. E soprattutto amiamo la verità, e non le bufale. Per questa ragione, e non solo per questa, quando un signore a digiuno delle nozioni che servirebbero, al quale manca persino il metodo storico, si permette di diffondere falsità prive di fondamento, e ovviamente non è in grado di dimostrare quel che dice, reagiamo cercando di avanzare ipotesi razionali e verificabili. Bufale, e pure piene di incomprensibile cattiveria. Perché cambia se si sparge fango su un artista, come ha fatto il signor Taboga, il cui intento era quello di demolire un genio assoluto, morto per cause naturali (e ci sono fior di documenti che lo atestano), e troppo presto, checché ne pensi Albeniz, che non è nemmeno degno di allacciare le scarpe a WAM. Sì, perché lo vuole implicare in torbide faccende di corna e di massoneria, con l’intento di screditarlo. Cambia , dunque, e se lei sostiene il contrario o è un ingenuo oppure è in malafede, veda lei. Ci vede un complotto? allora non ho sbagliato quando la definivo un no vax (in senso lato, naturalmente). Mi fermo qui, e non sprecherò un’oncia del mio tempo per replicarle ancora. Viva felice, visto che si accontenta di poco.
2 Marzo 2022 il 12:50
Penso che infangare la biografia e la musica di un mostro sacro della musica se non IL mostro sacro della musica come Mozart per mettere alla luce un compositore italiano che dello stile mozartiano ha poco e nulla. Sia una cosa no grave ,GRAVISSIMA.